Con grande piacere, pubblichiamo la recensione che una nostra utente, la Signora Rosalina Imbornone, ha fatto del thriller di S.Fitzek “Il ladro di anime”, a conclusione di un’attività propostale.
Dott.ssa Maria Maggio, Dott.ssa Martina Di Lorenzo

« Il ladro di anime » dello scrittore tedesco Sebastian Fitzek è un thriller psicologico ambientato in una lussuosa clinica psichiatrica nei pressi di Berlino. Ciò che si legge all’interno del romanzo corrisponde in realtà alla cartella clinica che un professore universitario di psichiatria sottopone all’attenzione di un gruppo di studenti perché la analizzino.

La storia si svolge durante le feste natalizie e medici, infermieri e tutti coloro che vivono nella clinica sono
isolati dal mondo esterno in quanto imperversa una tempesta di neve che rende impossibile ogni spostamento.

Come se non bastasse, è impossibile ogni tipo di comunicazione telefonica a causa di un incidente avuto da un’ambulanza che trasportava un paziente di nome Bruck. Questi, conficcandosi un coltello in gola, aveva fatto sì che l’infermiere alla guida, per soccorrere l’uomo, lasciasse il volante, con il risultato che l’ambulanza era andata a sbattere contro la centralina telefonica posta all’esterno della clinica.

Il romanzo inizia con la descrizione di una ragazza distesa su un lettino in un seminterrato umido e maleodorante. La giovane è la prima vittima del “ ladro di anime ”, nome dato dalla polizia al serial killer che, da tempo, spaventa la città di Berlino con i propri metodi e le pene che infligge alle vittime. Esse, infatti, non vengono né uccise, né torturate, né violentate ma viene loro inflitta una pena forse peggiore della morte: vengono ipnotizzate e immerse in quella condizione che, in termini medici, viene chiamata “ letargia ”, a metà strada tra il sonno e la veglia. Di conseguenza, le vittime, pur avendo piena coscienza di ciò che accade intorno a loro, non possono comunicare con l’esterno in alcun modo perché il killer ha rubato loro l’anima, cioè la parte vitale, l’essenza della loro persona. Questo è quanto scoprirà Caspar, il protagonista del romanzo.

L’uomo viene trovato fuori dalla clinica coperto di neve e, soccorso dal custode, viene portato all’interno della struttura. Caspar è privo di memoria, non ricorda niente di sé e si sente pertanto un uomo senza identità. L’unica cosa che ricorda è di essere stato in cura dalla dottoressa Sophia, psicologa della clinica e donna di cui lui si scopre innamorato. In particolare, Caspar è ossessionato dal ricordo di una bambina nei confronti della quale si sente in colpa, tanto che ripete di continuo a sé stesso: « ho commesso un errore ». Caspar sa di avere sbagliato in qualche modo, ma non ha idea di che quale sia questo da lui commesso. Nel romanzo, egli si ritrova dunque all’interno della clinica con medici, infermieri e pazienti.

Avendo trovato la dottoressa Sophia nella propria stanza, inerme, semiparalizzata e impossibilitata a comunicare con l’esterno, tutti sono convinti che il ladro di anime si trovi all’interno della clinica, nascosto da qualche parte, e che abbia scelto la dottoressa come sua vittima. Dalla sua stanza è stato
visto scappare il sig. Bruck, che ha tuttavia fatto perdere le sue tracce subito dopo. Oltre a questo, sono anche altri gli episodi che fanno sospettare del sig. Bruck. Nel frattempo, trovata in quelle condizioni di impotenza, Sophia viene soccorsa da Caspar e posta su una sedia a rotelle, sorvegliata di continuo per evitare che il ladro di anime potesse accanirsi ulteriormente su di lei. Durante la vicenda, a poco a poco, Caspar ricostruisce i pezzi che compongono il puzzle della propria identità e a ricordare elementi fondamentali della propria
esistenza. Senza svelare troppo la trama di questo bellissimo thriller, aggiungo solo che, al termine del romanzo, si scoprirà finalmente l’identità del ladro di anime, il tutto non senza colpi di scena.

Commento della lettrice:

Nel complesso, penso che questo sia un bel romanzo. Personalmente, pur consapevole dell’importanza della lettura, attività sicuramente positiva che nutre e amplia la mente, non sono una gran lettrice. Nella mia vita, infatti, non sono moltissimi i libri che ho letto, se non per motivi scolastici o universitari.
Questo libro mi è stato consigliato dalla dottoressa Di Lorenzo e, ad oggi, sono contenta di aver seguito il suo consiglio. Infatti, penso che il libro sia scritto bene, dal momento che contiene al suo interno temi spesso presenti in un buon thriller psicologico, come: la presenza di uno spietato serial killer, l’impossibilità​ dei personaggi di scappare perché isolati dall’esterno, la possibilità che il serial killer possa essersi nascosto dentro la clinica, atmosfere di suspense, condizioni avverse come una grande tempesta di neve. Tutte queste sono
immagini che rientrano bene nel genere di cui fa parte il romanzo. E in questo Fitzek è riuscito nel suo intento, creando un romanzo che cattura l’attenzione del lettore suscitando la curiosità e il desiderio di proseguire nella lettura per scoprire qualcosa sul ladro di anime, ma anche su Caspar, personaggio enigmatico ma simpatico (a volte fa anche tenerezza con le immagini che lo ossessionano, almeno questo è ciò che ha suscitato in me). So che di questo romanzo esiste anche un film, almeno così mi è stato detto. Non l’ho ancora visto perché preferivo finire la lettura, prima. Ora che ho letto tutto il libro, sono molto desiderosa di vedere il film e penso che se il regista è rimasto fedele a tutto ciò che è stato scritto da Fitzek, il risultato potrebbe essere la realizzazione di un bel film, ricco di suspense e colpi di scena.

Rosalina Imbornone