Per disabilità intellettiva intendiamo una condizione clinica eterogenea caratterizzata da:
  • Deficit dello sviluppo intellettivo;
  • Ridotta capacità di far fronte alla richieste adattative sociali ed ambientali;
  • Esordio prima dei 18 anni.
Secondo il DSM V, affinché si  possa fare diagnosi di disabilità intellettiva devono esser soddisfatti tre criteri:
  1. Deficit funzioni intellettive quali ragionamento, capacità di problem solving, pensiero astratto, apprendimento scolastico e apprendimento dall’esperienza, confermato sia dalla valutazione clinica che dall’esito della somministrazione di un test di intelligenza individuale;
  2. Deficit nel funzionamento adattivo consistente in un mancato raggiungimento degli standard di sviluppo e socioculturali nelle aree riguardanti l’indipendenza personale e la responsabilità sociale. I deficit adattivi, senza un adeguato e continuativo sostegno terapeutico, limitano il funzionamento in una o più attività della vita quotidiana, quali la comunicazione, la partecipazione sociale e la vita indipendente, in più ambiti diversi, come la casa, la scuola, il lavoro e la comunità;
  3. Insorgenza dei deficit intellettivi e adattivi nell’età evolutiva. I sintomi compaiono nel periodo dello sviluppo e vengono diagnosticati sulla base della severità della compromissione del funzionamento adattivo.
Il disturbo è cronico e può associarsi ad altre condizioni quali depressione, ADHD, disturbi spettro autistico.
La disabilità intellettiva inficia le abilità mentali globali e incide sul funzionamento adattivo in tre aree o domini di seguito descritti.
  1. Dominio concettuale: include le abilità di linguaggio, lettura, scrittura, matematica, ragionamento, conoscenza, memoria;
  2. Dominio sociale: si riferisce alla consapevolezza dei pensieri e sentimenti altrui, empatia, giudizio sociale, capacità nelle relazioni interpersonali, capacità di fare e mantenere amicizie;
  3. Dominio pratico: include la capacità di autogestione nella vita quotidiana dalla cura personale, alla gestione del denaro, attività, all’ organizzazione dei compiti scolastici e lavorativi, alle responsabilità lavorative,
Per la diagnosi, almeno un dominio del funzionamento adattivo deve essere compromesso (scuola, lavoro, casa, comunità) in modo da rendersi necessario un supporto al soggetto.
L’incidenza della disabilità intellettiva nella popolazione, suddivisa per livello di gravità, secondo quanto indicato dal DSM-IV è così strutturata:
  • Lieve (QI 50/55-70) 85% : in tali soggetti si osservano frequentemente difficoltà dell’apprendimento in ambito scolastico; nell’età adulta spesso raggiungono una autonomia lavorativa, relazioni sociali soddisfacenti, e risultano in grado di contribuire al benessere della società.
  • Media (QI 35/40-50/55) 10%: Si associa a marcati ritardi dello sviluppo durante l’infanzia. Le persone con disabilità intellettiva media possono sviluppare un certo grado di indipendenza nella cura di sé, discrete abilità scolastiche e capacità comunicative; possono essere inseriti in un ambito sociale e lavorativo. Necessitano abitualmente di un supporto.
  • Grave (QI 20/25-35/40) 3-4% . E’ quasi sempre indispensabile un supporto continuo.
  • Profonda (QI < 20/25) 1-2%. Vi è una grave limitazione nella cura di sé, nella continenza, nella comunicazione e nella mobilità, nell’uso dell’orologio, del denaro e dei concetti spazio-temporali.
Il DSM IV indica anche la presenza del Funzionamento Intellettivo Limite (Borderline) Con QI compreso tra 84 e 70.
Si tratta di persone che ugualmente presentano menomazioni del funzionamento adattivo dovute al deficit intellettivo, evidente soprattutto nella soluzione di problemi o nella produzione e comprensione di un testo; talvolta presentano difficoltà.