100 metros è un film tratto dalla storia vera di Ramón Arroyo Prieto, sposato con due figli che scopre di essere affetto da sclerosi multipla.
Brillante e apprezzato al lavoro, amato e ammirato dalla famiglia a casa, Ramon ha ciò che i più considererebbero una vita invidiabile. Ma le fortune di Ramon stanno subire una violenta sterzata verso il basso: a Ramon è stata diagnosticata la sclerosi multipla, e presto non sarà più in grado nemmeno di camminare per 100 metri. Il giovane si trova quindi a dover prendere una difficile decisione: rinunciare a tutto e lasciare che la malattia debilitante lentamente prenda il sopravvento sul suo corpo o alzarsi e combatterla.
Ramòn soffre di Sclerosi Multipla Recidivante Remittente, una malattia neurodegenerativa demielinizzante, in cui si verifica una perdita di mielina in più aree del sistema nervoso centrale.
Al momento della diagnosi Ramón pesa 115 kg, fuma due pacchetti di sigarette al giorno, è sedentario e ha abitudini alimentari inadeguate (in realtà, nel film, l’attore è tutt’altro che fuori forma). La diagnosi ha su di lui un notevole impatto emotivo: la negazione, la rabbia, la depressione, elaborate con uno psicologo clinico, portano poi ad un cambio di atteggiamento in relazione alla malattia.
I medici gli consigliano di stare a riposo, ma lui vede la locandina dell’ Ironman di Barcellona e decide di iscriversi, anche se a stento riesce a fare, inizialmente, i 100 metri (da qui il titolo, “100 metros”) che separano il portone di casa sua dalla fermata dell’autobus. Saranno il suocero brontolone in veste di allenatore e la splendida famiglia di Ramòn a condurlo per mano dritto verso il traguardo. L’Ironman è una delle distanze standard del triathlon. Definita anche come “super lungo” è la più dura competizione di tale sport, caratterizzata da 3,86 km di nuoto, 180,260 km in bicicletta e 42,195 km di corsa (cioè la distanza della maratona). Ramón è uno dei 2.013 atleti che sono riusciti a completare l’Ironman di Barcellona.
 Egli ha completato il percorso proposto dagli organizzatori dell’evento in poco meno di dodici ore; la sua sarebbe solo un’altra impresa simile a quella del resto dei partecipanti, se non fosse che dietro al suo sudore è nascosta una storia straordinaria.
Come dice Ramón “… potresti non essere in grado di fare un Ironman o una maratona, ma se riesci a camminare solo 20 passi, dovresti provare a farne 21 e poi 22 … ”

Breve intervista al nostro utente Sig. Vittorio Macaluso (V.M.) da parte della Dott.ssa Maria Maggio (M.M.)

M.M.- Cosa le è piaciuto di questo film?

V.M.: E’ un film che fa venire i brividi; ovviamente a me che ho la sclerosi multipla ha particolarmente emozionato, forse più di altri. Inoltre offre tanti spunti di riflessione.

M.M. – Quale messaggio o riflessione le ha suggerito la visione di 100 metros?

V.M: Il messaggio più importante secondo me, è quello di vivere la propria vita con maggiore attenzione ai valori umani, alle persone, ai fatti concreti senza se e senza ma. Inoltre ho preso forza dal film per non fermarmi davanti ai miei limiti fisici, fra cui quello di camminare per più metri o kilometri di quelli che sono nelle mie possibilità. Un altro spunto di riflessione emerso durante la visione del film, è quello di imparare a volersi bene qualunque sia la propria condizione patologica e portare l’attenzione e le proprie cure al corpo e alla mente che sono strettamente legati fra loro.

M.M.- Concretamente tali riflessioni hanno prodotto dei cambiamenti nel suo stile di vita?

V.M.: In questi anni ho fatto tanto, ho chiesto aiuto ad un personal trainer, frequento la palestra, mi prendo cura dell’alimentazione, continuo a investire nella mia crescita professionale e mi sono formato per aiutare me e altre persone a prendersi cura di sé adottando uno stile dei vita funzionale a livello mentale e alimentare; anche Ramon, il protagonista del film, che ha la sclerosi, ha fatto miracoli grazie anche al supporto di chi gli è stato vicino.